Pugni, elezioni e discese in campo

Damiano Benzoni

Dall’Europeo alle elezioni: il grande evento per l’Ucraina, dopo la finale di Kiev vinta dagli spagnoli sull’Italia, sono le elezioni parlamentari che si terranno il 28 ottobre. Si tratterà di una tornata elettorale cruciale per l’Ucraina. La consultazione che definirà la composizione della Verchovna Rada (il parlamento ucraino) si giocherà tra il pericolo di frodi elettorali e il tiro alla fune che l’occidente e la Russia stanno disputando sulla repubblica ex sovietica. Secondo quanto riporta Radio Free Europe/Radio Liberty, a una conferenza tenuta a Jalta la scorsa settimana entrambe le parti avrebbero cercato di tenere in scacco l’Ucraina con i propri ultimatum. Da una parte l’Unione Europea e gli Stati Uniti chiedono che il progresso democratico del paese, ora in stallo, acceleri vistosamente e che sia risolta la situazione dell’ex primo ministro Julija Tymošenko, il cui arresto è considerato un atto arbitrario progettato dal presidente Viktor Janukovyč per togliere di mezzo un fastidioso avversario politico. Dall’altra parte Mosca, stringendo il cappio dell’elevato costo dell’energia, cerca di costringere Kiev a unirsi all’Unione Eurasiatica.

In occasione di Euro 2012 la politica aveva preso prepotentemente il sopravvento sul palcoscenico sportivo, come avevamo raccontato a suo tempo. Il cammino di avvicinamento ai campionati europei era stato segnato da proteste e accuse contro la criminosità delle forze dell’ordine ucraine, contro la presenza nel paese di agenzie per il turismo e lo sfruttamento sessuale e contro le politiche di uccisione sistematica dei cani randagi. Soprattutto, Euro 2012 fu preceduto dall’attentato che – poche settimane prima del calcio d’inizio – aveva causato il ferimento di ventinove persone a Dnipropetrovs’k e dalle minacce di boicottaggio internazionale per il contestato processo contro Julija Tymošenko.

“Le elezioni non sono uno sport, sono la volontà dei cittadini, della nazione, la massima fonte del potere”, ha dichiarato mercoledì scorso Janukovyč stesso. Ironico, se si pensa che stavolta è lo sport a compiere un’invasione di campo, andando a occupare il campo della politica. Le due personalità attualmente più in vista dello sport ucraino, il calciatore Andrij Ševčenko e il pugile Vitalij Klyčko, sono infatti entrambi coinvolti in liste di opposizione al Partija Rehioniv, il Partito delle Regioni di Janukovyč. Non sorprende, in un paese in cui lo sport era stato inquadrato politicamente dal regime totalitarista sovietico e in cui lo stesso coach della nazionale, la leggenda Oleh Blochin, è stato parlamentare della Verchovna Rada. Blochin, che in un’intervista al sito ucraino Dei’/Day dichiarò di non aver mai ritirato la propria iscrizione dal Partito Comunista dopo il crollo dell’Unione Sovietica, fu eletto parlamentare per il partito social-democratico Hromada – che comprendeva anche Julija Tymošenko – nel 1998. Il partito crollò nel 2000 dopo la fuga del suo leader Pavlo Lazarenko, ex primo ministro accusato di riciclaggio di denaro e appropriazione indebita. Dopo il crollo del partito, Julija Tymošenko decise di andare per la sua strada e fondò il suo partito Bat’kivščyna (“Patria”). Blochin fu eletto per un nuovo mandato nel 2002 per un altro partito, il SDPU(O) guidato, tra gli altri, da Hryhorij Surkis – ex proprietario e presidente della Dinamo Kiev e attualmente presidente della federcalcio ucraina e vicepresidente del comitato olimpico nazionale.

La decisione di Andrij Ševčenko rappresenta un parallelo interessante con quella fatta pochi mesi fa da un giocatore che ha condiviso gran parte del proprio percorso con l’ucraino, il georgiano K’akhaber K’aladze. I cammini dei due giocatori si incrociano nel 1998, quando K’aladze approda alla Dinamo Kiev del ”colonnello” Valerij Lobanovs’kyj, diventando compagno di squadra di Ševčenko per una stagione. Nel 2001 i due giocatori si ritrovano di nuovo al Milan, dove diventeranno i primi due giocatori post-sovietici a vincere la Champions League. Alla fine della scorsa stagione K’aladze ha annunciato il proprio ritiro e l’intenzione di scendere in campo a sostegno di Kartuli Otsneba (o Georgian Dream), il partito di opposizione al presidente georgiano Mikheil Saak’ashvili, guidato dall’oligarca Bidzina Ivanishvili.

Dopo aver portato la fascia di capitano della nazionale ucraina a Euro 2012, siglando una doppietta nella vittoria 2-1 con la Svezia, anche Andrij Ševčenko ha annunciato il proprio ritiro dal calcio a trentasei anni e la propria intenzione di entrare in politica con il partito Ukraїna – Vpered! (”Ucraina – Avanti!”) di Natalija Korolevs’ka. La Korolevs’ka ha una storia politica piuttosto controversa: dapprima sostenitrice di Janukovyč a livello locale, nel 2005 cambiò squadra ed entrò in Bat’kivščyna, fungendo anche da portavoce al congresso del Partito Popolare Europeo dopo l’arresto della Tymošenko. Divenuta leader del partito socialdemocratico USDP, sempre sotto l’egida del Blok Juliї Tymošenko, la Korolevs’ka venne cacciata dalla coalizione nel marzo 2012 per un controverso voto e con l’accusa di “collaborazione con l’amministrazione presidenziale”. Una settimana dopo il suo USDP cambiava il nome in Partiju Nataliї Korolevs’koї Ukraїna – Vpered!, “Partito di Natalija Korolevs’ka Ucraina – Avanti!”. In un’intervista con l’Independent, Ševčenko si è dichiarato favorevole alla liberazione della Tymosenko e ha escluso qualsiasi possibilità di collaborazione con Janukovyč, ma a parte questo il suo programma politico – come d’altronde quello del suo partito – è rimasto molto vago.

Il coinvolgimento in politica di Vitalij Klyčko ha una storia ben più lunga rispetto alla discesa in campo di Ševčenko: il pugile, campione del mondo dei pesi massimi WBC e detentore della seconda migliore percentuale di vittorie per knockout dopo Rocky Marciano, sostenne pubblicamente Viktor Juščenko – il rivale di – durante le manifestazioni in Majdan Nezaležnosti, la piazza Indipendenza di Kiev, che segnarono la Rivoluzione arancione del 2004. La protesta, un atto di accusa contro le irregolarità elettorali che avevano assegnato la carica presidenziale a Janukovyč, portò alla ripetizione della consultazione e alla vittoria di Juščenko e fu il palcoscenico che portò alla notorietà la Tymošenko. Quando una fazione del movimento giovanile Pora! (“È ora!”) che aveva organizzato la Rivoluzione arancione decise di diventare un partito politico e allearsi con il Partija “Reformy i Porjadok” (Partito “Riforma e Ordine”), Klyčko ne divenne il leader e corse più volte, senza successo, per la carica di sindaco di Kiev. Divenuto un membro della delegazione ucraina al Congresso del Consiglio d’Europa, nel 2010 Klyčko fondò il proprio partito, UDAR o Ukraїns’kyj Demokratyčkyj Al’janc za Reformy Vitalija Klyčka (“Alleanza Democratica Ucraina per la Riforma di Vitalij Klyčko”). Di nuovo in corsa per la carica di sindaco della capitale, Klyčko in gennaio ha dichiarato, secondo la Deutsche Presse-Agentur, che “La falsificazione [del voto] avverrà e sta già venendo pianificata”. Recentemente, invece, Klyčko stesso si è trovato accusato, ma per motivi completamente diversi: il pugile britannico David Haye lo ha infatti accusato di nascondersi dietro la politica e di sfruttare la sua carriera extrasportiva per evitare di incontrarlo sul ring.

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