La Libia torna a casa

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Damiano Benzoni

La Libia torna a casa: dopo due anni di assenza dovuti alla guerra civile che portò alla deposizione di Muammar Gheddafi, la nazionale nordafricana tornerà questa settimana a giocare partite ufficiali sul proprio suolo. La Libia, che ha ottenuto in aprile il via libera dalla FIFA, disputerà i primi incontri ufficiali casalinghi del suo nuovo corso il 7 e il 14 giugno, in due gare valide per il girone I delle qualificazioni africane alla Coppa del Mondo 2014, che vede la Libia imbattuta al giro di boa e seconda a un punto dal Camerun. Nel primo incontro i libici affronteranno allo stadio 11 Giugno di Tripoli la Repubblica Democratica del Congo, mentre una settimana dopo giocheranno il penultimo incontro del girone contro Togo allo stadio di Benina, intitolato durante il regime di Gheddafi al presidente venezuelano Hugo Chavéz e ora dedicato alla memoria dei Martiri di Febbraio, i caduti della guerra civile libica.

La Libia aveva giocato la sua ultima partita in casa il 9 febbraio 2011, battendo 3-2 il Benin a Tripoli. Pochi giorni dopo, la rivolta del 17 febbraio avrebbe innescato il crollo del regime di Muammar Gheddafi, poi ucciso a Sirte il 20 ottobre di quell’anno. Nel pieno della rivolta, il 28 febbraio, la nazionale libica dovette spostare un incontro casalingo contro le Comore nella capitale maliana Bamako, in Mali. Nell’occasione il capitano Tariq Ibrahim al-Tayib dichiarò che la squadra intera stava con Gheddafi; Tayib parlò anche dell’assenza di diversi giocatori, impossibilitati (o, secondo alcuni, non disposti) a lasciare Bengasi, allora in mano alle forze dell’opposizione.

Seppur costretta a giocare fuori casa, sfruttando come basi il Cairo (Egitto), Sfax e Tunisi (Tunisia), la Libia riuscì a qualificarsi per la Coppa Africa del 2012 – la terza della sua storia – e a restare imbattuta nei primi tre scontri delle qualificazioni mondiali. Ottimi risultati, soprattutto considerando che il campionato nazionale, fermato a metà stagione nel 2010/2011 a causa della guerra civile, non è ancora ripreso. Il ritorno del calcio internazionale in Libia è incominciato il 5 aprile, quando l’al-Nasr di Bengasi ha ottenuto il permesso dal CAF, la confederazione calcistica africana, di ospitare una partita della CAF Confederations Cup contro i marocchini delle Forces Armées Royales di Rabat. La nazionale ha già avuto modo di tornare, dopo 32 mesi di assenza, a Tripoli, battendo l’Uganda 3-0 in un incontro amichevole.

In un’intervista con la Reuters, il presidente della federcalcio libica Anwar al-Tashani ha dichiarato che il paese si sta preparando da due settimane a ospitare gli incontri, nonostante nel paese la situazione non sia ancora sotto controllo. Al-Tashani ha promesso di soddisfare tutte le condizioni poste dalla FIFA, compresa la presenza di forze di sicurezza e di due check-point militari di fronte allo stadio.

I due incontri saranno la prima prova di un lungo periodo di esame che attende la Libia in vista della Coppa d’Africa del 2017, per cui il ministro dello Sport Abdussalam Guaila ha già promesso la costruzione di undici nuovi stadi. La Libia inizialmente fu selezionata per ospitare l’edizione 2013 del torneo, ma preoccupazioni riguardanti la sicurezza decretarono uno scambio tra la Libia e il Sudafrica, originariamente designato per l’edizione 2017. Sarà la seconda volta che la Libia ospiterà una Coppa d’Africa, dopo l’edizione del 1982 che li vide perdere la finale ai rigori contro il Ghana. Ospitare il torneo dopo la guerra civile e la caduta dopo un quarantennio del regime di Gheddafi potrebbe essere un’importante occasione simbolica per il paese. Questo, almeno, è il sogno del vice-premier Awad Ibrahim Elbarasi, che ha dichiarato alla Reuters: “Come Nelson Mandela riuscì a unificare il Sudafrica, noi speriamo di unificare la Libia sotto questa Coppa”.

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